Trattamenti della cartilagine

Trattamenti della cartilagine

Ripristino del mantello cartilagineo articolare

Una delle principali attività nel campo ortopedico è il trattamento di traumi e difetti cartilaginei estesi. Attualmente la chirurgia in campo osteocondrale si sta concentrando sull’elaborazione di tecniche che permettano di ripristinare un mantello cartilagineo articolare con caratteristiche biologiche e morfo-funzionali sempre più simili a quelle della cartilagine in salute. Per ora non esiste un approccio chirurgico risolutivo del difetto osteocondrale, ma la ricerca di base e clinica rappresentano una parte molto importante della chirurgia ortopedica.

Buoni risultati a medio e lungo termine sono stati ottenuti con il trapianto osteocondrale autologo. Si preleva il tessuto osteocartilagineo da una regione di non carico, esempio il margine mediale o laterale della troclea femorale o della gola intercondiloidea, successivamente si impianta nella sede della lesione osteocondrale.
Purtroppo i limiti di questa tecnica derivano dalla modesta disponibilità del materiale da prelevare, che ne consente l’utilizzo in lesioni di piccole dimensioni, inoltre vanno tenute in considerazione la mobilità del sito donatore e la difficoltà di riprodurre la corretta congruenza della superficie articolare.

Nuove prospettive chirurgiche vengono date dalla bioingegneria tissutale attraverso l’utilizzo di biomateriali bioingegnerizzati che sostituiscono l’innesto osteocondrale autologo con maggiore adattabilità al sito della lesione e senza bisogno di prelevare il tessuto sano, apportando notevoli vantaggi dal punto di vista strutturale, biologico e biomeccanico.

La Dottoressa Francesca de Caro tratta le lesioni osteocondrali mediante scaffold biomimetici ed attualmente adotta due tipologie di scaffold: Maioregen (Finceramica) e Agili-C (Cartiheal).

Maioregen (Finceramica)
Lo scaffold è stato progettato su diversi principi consolidati nell’ambito della rigenerazione dei tessuti del sistema scheletrico, in particolare del comparto anatomico osteocartilagineo. Questi principi possono essere ricondotti alla ricerca di strutture simili al tessuto da rigenerare come composizione chimica, biologica e morfologica. La conformazione dello scaffold riesce a promuovere la neo-formazione di tessuto cartilagineo e di tessuto osseo sub-condrale in modo guidato, rispettando la struttura biochimica, morfologica e geometrica del comparto anatomico osteocartilagineo. E’ composto da tre strati di idrossiapatite e di collagene di tipo I in percentuali differenti a seconda della profondità dello strato e quindi delle caratteristiche tissutali.

strato 1 (superficiale) di collagene di tipo I, per rigenerare la superficie cartilaginea
strato 2 di transizione
strato 3 (profondo) di collagene di tipo I/idrossiapatite in rapporto 30%-70%, per rigenerare l’osso subcondrale.

Lo scaffold si presenta come una struttura flessibile che ne consente elevata maneggevolezza ed adattabilità al difetto da trattare. Dopo essere stato innestato, ricopre l’intera area lesionata e stimola la proliferazione cellulare da parte dei tessuti circostanti in modo da restituire continuità anatomica della zona trattata.
E’ stato osservato un miglioramento statisticamente significativo in tutti gli scores utilizzati e nel ritorno alla pratica sportiva, tornando al livello di attività precedente l’inizio dei sintomi.

Agil-C (Cartiheal)
E’ in atto uno studio clinico multicentrico (Europa, USA, Israele) sullo scaffold osteocondrale innovativo costituito da ARAGONITE per la ricostruzione osteocondrale di cui la Dottoressa de Caro è responsabile di progetto. Lo scaffold riesce a promuovere la neo-formazione di tessuto cartilagineo e tessuto osseo sub-condrale.

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