Staminali, corallo e scafford: Intervista alla Dott.ssa de Caro

Il 15 e 16 novembre scorso, l’Italian Orthophaedic Research Society (IORS) ha tenuto il suo 21esimo Congresso annuale, con l’ausilio di importanti relatori provenienti da tutta Italia, scelti tra i migliori biologi ed ortopedici, affrontando il delicato tema dei trattamenti delle patologie della cartilagine.

Gli interventi effettuati durante il meeting dagli esperti hanno analizzato quali terapie innovative vengano utilizzate al momento in campo ortopedico nella medicina rigenerativa, da quelli standard a quelli ancora in fase di sperimentazione, fino a parlare di quelli entrati da poco nella pratica clinica.

Proprio per raccontare questa ultima tipologia di interventi, la Dott.ssa De Caro è stata invitata a presentare il suo nuovo e a dir poco promettente metodo, il quale prevede l’utilizzo di uno scaffold in Aragonite, volgarmente noto anche come corallo. Per comprendere al meglio i risultati di questa pratica innovativa, sono stati arruolati circa 250 pazienti in uno studio multicentrico. Al momento, il cosiddetto arruolamento è fermo, ma dai primi controlli, si può notare come questo scaffold riesca ad integrarsi perfettamente con l’organismo, a tal punto da essere completamente sostituito nel tempo da osso e cartilagine ialina, la cartilagine che riveste normalmente le nostre articolazioni

Questo ultimo aspetto è di elevata importanza, in quanto i metodi tradizionali non hanno mai registrato questo tipo di risultati, difatti nonostante la ricrescita cartilaginea, quest’ultima era più assimilabile ad una fibro-cartilagine, difatto un sistema più fragile e meno resistente.

La Dott.ssa De Caro ha inoltre rimarcato il fatto che nonostante tale innovativo metodo fornisca risultati che lasciano ben sperare, non tutti i pazienti potranno beneficiarne, ad esempio chi ha un importante malallineamento o malattie infiammatorie note. Ecco perché per ogni trattamento si rende necessario uno studio approfondito delle condizioni del paziente, comprendendo la natura del problema, e solo il chirurgo potrà suggerire la soluzione migliore, dall’utilizzo della medicina rigenerativa agli interventi protesici passando anche per della semplice fisioterapia, adatta ai casi con ridotta gravità i quali non necessitano interventi di alcuna natura.

Se siete inoltre interessati al discorso relativo alle cellule staminali e all’approfondimento dedicato allo scaffold in corallo, in fondo all’articolo troverete una video-intervista alla Dottoressa ad opera di Nadia Donato, che nella ridente Lamezia Terme ha cercato di esaminare le novità riguardanti le ginocchia e la chirurgia.

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