Considerazioni attorno all’artroplastica femoro-rotulea

La Dott.ssa Sabrina Strickland, co-fondatrice del Patellofemoral Center presso l’Ospedale per la Chirurgia Speciale a New York ripete come siano molti i pazienti che sei rechino presso i suoi uffici lamentandosi di forti dolori alla parte anteriore del ginocchio presenti da anni.

Infatti, guardando i dati, il 24% delle donne ha un’ artrosi femoro-rotulea al raggiungimento dei 40 anni. Uno degli obiettivi perseguiti dalla Dott.ssa Stickland durante la co-fondazione del Centro Femoro-Rotuleo riguarda l’incoraggiamento dei pazienti nella ricerca di un trattamento piuttosto che cambiare completamente il loro stile di vita.

Numerosi sono i pazienti che si vedono costretti a vendere case da due o più piani a causa dell’impossibilità di fare le scale, altrettanti sono i soggetti che hanno modificato il loro stile di vita, riducendo l’attività fisica e convivendo ogni giorno con il dolore.

La Dott.ssa Strickland, ricorda che ci sono diversi trattamenti possibili per trattare l’artrosi femoro-rotulea, la stragrande maggioranza non disponibili 10-20 anni fa. Il primo passo da fare nella gestione di questi pazienti è analizzare se svolgono una terapia fisica adeguata. Difatti, molti pazienti interrompono ogni attività in quanto temono di peggiorare i sintomi. Un buon programma fisioterapico può decisamente aiutare i pazienti affetti da queste patologie, rendendoli più forti e modificando i comportamenti scorretti.

Nonostante diversi soggetti preferiscano utilizzare acido ialuronico come step finale della cura all’osteoartrite del ginocchio, si è scoperto che tale scelta è molto efficace nei confronti di pazienti giovani affetti da artrosi femoro-rotulea isolata. In combinazione con la terapia fisica, questa possibilità potrebbe essere efficace anche per i pazienti che hanno i sintomi da più tempo.

Per i pazienti più giovani affetti da condromalacia, sono inoltre disponibili una serie di validissime opzioni nel caso in cui iniezioni e terapia fisica non abbiano avuto successo. Per il classico sovraccarico con inclinazione patellare laterale leggermente valgo e con angolo Q elevato, una osteotomia anteromediale del tubercolo tibiale può migliorare il tracking rotuleo e ridurre lo stress da contatto sulla faccia laterale della rotula. Nei pazienti che invece hanno lesioni condrali di 2 o più centimetri quadrati, una riparazione della cartilagine con scaffold/membrane può fornire un sollievo dal dolore e ridurre lo stress all’osso subcondrale.

La decisione di impiantare una protesi fermoro-rotulea è sicuramente difficile; visto che nei soggetti di età compresa tra 40 e 50 anni la patologia dipende dall’usura condrale, in questi pazienti, con usura trocleare centrale importante, la scelta migliore è l’artroplastica. Ciononostante, alcuni di loro potrebbero richiedere prima l’osteotomia e poi passare all’artroplastica. Mentre gli impianti trocleari onlay permettono una certa lateralizzazione e rotazione (esterna) del solco trocleare.

Nel caso si ricorra all’artroplastica, il paziente subirà un intervento in day-hospital e potrà recuperare la completa funzionalità lavorativa entro le 6 settimane successive.

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