Il lavoro dopo il COVID-19: strategie e possibilità

Lo scopo di questo breve articolo è illustrare come tornare al normale lavoro chirurgico ed alle conseguenti attività cliniche dopo un lungo periodo di pandemia. Voglio inoltre ribadire che quanto verrà scritto è da considerare come un consiglio, in quanto stiamo ancora attendendo le linee guida ufficiali.

L’articolo completo, scritto da Francesca de Caro, Thomas Michael Hirschmann e Peter Verdonk è stato pubblicato ed è disponibile in questa pagina della US National Library of Medicine.

Abbiamo ricercato materiale in merito attraverso la ricca letteratura scientifica, analizzando con particolare interesse le strategie ed i consigli offerti dall’OMS ed il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, il tutto unito dai consigli presenti sui diversi portali ministeriali.

Ad ora non c’è una specifica letteratura che detti una serie dei linee guide da seguire, d’altronde parliamo della prima pandemia dell’era moderna, o almeno successiva alla Seconda Guerra Mondiale. Il COVID-19 ha bloccato molte delle attività mediche, infatti, molti medici ed infermieri sono stati impiegati come argine negli ospedali di tutta Italia (potete leggere qui la mia esperienza). Molti dei fattori in campo sono oltre il nostro controllo ed appena le misure restrittive verranno ulteriormente ridotte, il nostro operato in ambito chirurgico potrà tornare alla normalità.

Introduzione

L’attuale pandemia di Coronavirus (nota anche con il nome scientifico COVID-19) ha avuto un importante impatto sulla salute nazionale in tutto il mondo, colpendo in maniera abbastanza pesante i cittadini europei. Come risultato, diversi Governi, tra cui quello italiano hanno deciso di elaborare misure restrittive fino al punto di dichiarare delle vere e proprie chiusure, il tutto al fine di evitare un aumento dei contagiati. Inoltre, la curva dell’infezione ha continuato a crescere (e per un certo verso ancora continua) per molto tempo, mettendo a repentaglio il sistema sanitario del nostro paese.

Nelle ultime settimane, fortunatamente, le strategia per prevenire il contagio sono diventate più chiare, partendo da una corretta igiene personale unita al distanziamento sociale e ad un responsabile auto-isolamento dei soggetti sintomatici o a rischio. Questi comportamenti sono stati utili nell’appiattimento della curva, anche se ancora oggi registriamo alcuni contagi ed un numero di decessi ancora tragicamente alto. Come molte epidemie, ci aspettiamo che il Coronavirus torni con una seconda o una terza ondata, specialmente in assenza di un vaccino efficace.

Durante gli ultimi decenni, non si sono verificati eventi di simile impatto, fortunatamente però, in ambito europeo ci sono una serie di profilassi mediche utili a tornare ad una parziale normalità, utile ad affrontare tutti quei problemi non direttamente collegati al Coronavirus. Lo scopo di questo articolo è scoprire e rivedere alcune strategie previste per il ritorno alla normale attività chirurgica ed ortopedica. Questi suggerimenti potrebbero essere utili a riorganizzare le cure ortopediche dei pazienti in maniera maggiormente efficace.

Consigli per la sicurezza

Il principio base per prevenire il contagio è evitare l’esposizione al virus, per fare ciò è necessario stabilire una serie di contromisure certe, da implementare nella routine di tutti i giorni dai pazienti ai chirurghi passando per staff infermieristico e amministrativo. È inoltre importante creare un simile livello di consapevolezza e responsabilità tra i cittadini al fine di farli aderire a tali misure, anche se restrittive. D’altro canto, il team ortopedico deve realizzare che una grande parte della popolazione clinica potrebbe essere riluttante nel recarsi in cliniche o ospedali dopo un lungo periodo di pandemia, in quanto impauriti da una potenziale contaminazione.

In assenza di test su larga scala, si rende necessario un approccio multilivello al fine di assicurare il più alto livello di efficienza e sicurezza possibile.

Approccio clinico multilivello
Livello 0Screening dei sintomi e test del team ortopedico (inclusi infermieri ed amministrativi
Livello 1Auto Questionario di routine che indirizza i pazienti a scegliere la fascia oraria più conveniente
Livello 2Controlli della temperatura per i pazienti sintomatici affetti da tosse, dispnea, ecc. e dotarli di mascherine chirurgiche
Livello 3Mantenere il distanziamento sociale, quindi nessuna sala d’aspetto affollata, i pazienti attenderanno all’interno della loro auto il loro turno
Livello 4La visita andrà effettuata in modo efficiente e rapido. La storia clinica del paziente dovrà essere disponibile digitalmente prima del suo ingresso in stanza
Livello 5Programmazione digitale delle visite di follow-up e gestione dei pagamenti senza scambio di documenti fisici.

Livello 0
La riapertura delle cliniche ortopediche dovrebbe essere anticipata da un’intera giornata dedicata ai test sull’intero team ortopedico, dagli amministrativi ai membri operativi dello staff. In caso i test abbiano esito negativo, ripetere i test periodicamente e documentare il tutto. Invece, nel caso qualcuno risulti positivo al virus, mettere in quarantena il soggetto e ripetere il test 14 giorni dopo. Al momento i contagi di ritorno sono ancora poco chiari, ecco perché è obbligatorio continuare a vigilare e ripetere con cadenza regolari i test.

Livello 1
Un significativo numero di paziente potrebbe essere asintomatico ed infettivo, per questo motivo dovrà essere sottoposto ad un questionario in grado di identificare il potenziale rischio infettivo. Un documento è stato già elaborato da colossi tecnologici come Apple (https://www.apple.com/covid19/) e Google. Al suo interno sono inclusi una serie di informazioni decisamente importanti, dalla presenza di sintomi (dolori forti e costanti al petto, estrema difficoltà respiratoria, insorgenza o peggioramento di tosse, vomito e diarrea) all’età passando per eventuali incontri con soggetti che hanno avuto la malattia e gli spostamenti internazionali effettuati.
Idealmente tal questionario dovrebbe essere effettuato digitalmente il giorno prima del ricovero. Tra le altre cose, i pazienti anziani con malattie pregresse sono ad elevato rischio, ecco perché sarebbe consigliato iniziare con pazienti più giovani privi di fattori di rischio documentati. Questa scelta potrebbe condurre i pazienti a scegliere lo slot temporale migliore in base alla propria età.

Livello 2
Prima di entrare in clinica bisognerà misurare la temperatura individuale, questo controllo andrà fatto da un’infermiere certificato o dalle camere infrarossi presenti in struttura, in modo da conoscere lo stato di salute del paziente. Ovvie osservazioni relative a sudorazione, dispnea o tosse dovranno aumentare nello staff la consapevolezza di essere davanti ad un paziente infetto. I pazienti dovranno essere dotati di mascherine monouso, al fine di evitare la potenziale diffusione del virus. Usualmente, nessuna procedura con aereosol viene effettuata in clinica, quindi sconsigliamo l’utilizzo di mascherine FFP2 (N95). Il personale delle reception dovrà adottare ancora più attenzione, infatti oltre ad una adeguata protezione, dovrà evitare il contatto diretto o indiretto con i pazienti. Lo scambio di documenti fisici (Documenti d’Identità, Questionari scritti, ecc.) dovranno essere evitati. Se non fosse possibile evitarli, ogni membro dello staff dovrà effettuare un processo di decontaminazione.

Livello 3
Le stanze di attesa dovranno essere all’insegna del distanziamento sociale e dell’igine. Queste contromisure ridurranno significativamente il rischio di contagio. L’attuale crisi da Coronavirus obbliga lo staff a ripensare gli spazi. Quindi stanze piene zeppe di pazienti non sono più ammesse. Questi ultimi potranno tranquillamente attendere all’esterno (distanziati) o presso il loro veicolo. Tra un paziente e l’altro, le sedute e la mobilia dovranno essere disinfettate ciclicamente.

Livello 4
Una volta entrati nell’ufficio del dottore o presso la stanza dove verranno effettuati gli esami, l’accesso e l’uscita dagli stessi dovranno essere facilitate. Ad esempio, una normalissima maniglia potrebbe essere convertita con una che offra l’apertura attraverso il gomito. Il tempo speso all’interno degli uffici dovrà essere ridotto radicalmente, sia in termini temporali che in quelli di risorse umana. Inoltre, certi aspetti delle visite cliniche, come visualizzare o conoscere la storia clinica del paziente, dovrà essere effettuato prima della visita e digitalmente. Gli esami ortopedici dovranno essere effettuati in fretta ed efficientemente. Inoltre, agli altri membri dello staff è permesso partecipare al processo. Spesso, prima di questo virus, la prenotazione chirurgica era effettuata all’interno di un’altra stanza. Al fine di ridurre il contagio incrociato tra pazienti, questi ultimi dovranno restare nello stesso ufficio ed interloquire con lo stesso soggetto per il tempo di elaborazione della pratica. Una volta terminata la visita, il paziente dovrà lasciare l’ufficio, quest’ultimo andrà disinfettato in ogni superficie, passando per interruttori, tavoli, maniglie, telefoni e tastiere.

Livello 5
Organizzare visite successive o effettuare pagamenti richiedono una maggiore attenzione, difatti il personale amministrativo dovranno venire in contatto il mento possibile, inoltre è consigliato che il paziente effettui ogni pagamento con sistemi contactless. Ora è chiaro come la visita di un paziente obblighi le strutture ad un massivo cambio di abitudini, avvicinandolo maggiormente al cosiddetto modello industriale just-in-time. Appena le restrizioni verranno alleggerite anche i pazienti più anziani e con patologie pregresse potranno recarsi in visita, sempre mantenendo le misure di sicurezza minime.

Spero che questi consigli siano di vostro aiuto nel tentativo di tornare alla vita quotidiana. Se volete scoprire quale altre misure saranno necessarie, vi invito a scaricare e leggere il documento in lingua originale.

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