Tornare a correre dopo un intervento di sostituzione (protesi totale) del ginocchio

I runners sono persone dipendenti dall’atletica, ma anche i corridori occasionali amano la sensazione ed i benefici offerti da questo sport. Quando però l’artrosi diventa così grave da dover considerare la sostituzione protesica di un’articolazione, la prospettiva di rinunciare ad effettuare della sana attività fisica è uno dei motivi principali per cui i corridori ritardano l’intervento. E se vi dicessimo che non è necessario rinunciarvi?

L’artrosi del ginocchio si presenta al paziente sotto forma di dolore, perdita di movimento e gonfiore. Le cause dell’artrosi possono essere diverse, può esserci un’eziologia post traumatica, dovuta cioè ad un vecchio infortunio; lesioni meniscali che comportano un’usura graduale della cartilagine articolare; o più spesso, è dovuta ad una malattia di carattere infiammatorio con degenerazione della cartilagine articolare.

Correre su ginocchia sane non porta all’artrosi. Infatti, l’articolazione normale del ginocchio è progettata per durare una vita (o due). Purtroppo però, una volta che si verifica un danno, la meccanica viene alterata ed aumenta l’instabilità, causando una progressiva usura della cartilagine in fase di assorbimento degli urti. Se trattati precocemente, i tessuti lesionati, come il menisco, la cartilagine articolare e legamento del crociato anteriore, possono essere riparati, rigenerati e sostituiti proteggendo l’articolazione.

Anche dopo l’insorgenza dell’artrosi la sostituzione biologica dell’articolazione spesso riporta gli atleti a praticare sport agonistici, compresa la corsa.

Invece, quando l’articolazione del ginocchio è consumata fino all’osso, di solito si rende necessaria un’artroplastica parziale o completa del ginocchio. Con i progressi della tecnologia robotica e della modellazione 3D, i pazienti possono beneficiare di materiali durevoli ed una elevata precisione delle procedure chirurgiche. Per la sostituzione completa dell’articolazione, la precisione è così elevata che spesso si elimina la necessità di cemento osseo: il corpo fa infatti crescere il proprio osso nel sottosuolo poroso degli impianti, fissandoli in modo permanente l’uno all’altro. La domanda diventa allora, perché non correre?

Ai vecchi tempi, ai pazienti veniva detto di andare a casa e di riposare il ginocchio dopo un intervento di protesi. Potevano camminare, giocare a golf, ed eventualmente giocare qualche doppio a tennis. Il timore era infatti che gli impianti si consumassero o che si rompesse il cemento che li fissava all’osso. Sfortunatamente, questo consiglio ha depresso i corridori ed ha portato ad un tasso più elevato di osteoporosi ossea e di indebolimento muscolare. L’allentamento e il cedimento delle protesi possono essere stati aumentati da questo consiglio “conservatore”. Consigliando ai pazienti di tornare gradualmente a correre, costruendo la densità ossea e la forza muscolare, si riduce il rischio di allentamento delle protesi articolari. Gli inserti in plastica ora utilizzati sono talmente resistenti che la probabilità che si consumino è molto bassa. E se lo fanno, possono essere sostituiti con relativa facilità.

Tuttavia, la maggior parte della gente, nel momento in cui ha finalmente deciso di sottoporsi ad una sostituzione delle articolazioni, zoppica già da anni. Pertanto, hanno perso la loro normale andatura, e hanno punti deboli nei fianchi e nei muscoli dei glutei. Il corpo ha compensato a tutto questo con una meccanica di corsa e di deambulazione alterata. Ci vogliono mesi di intenso allenamento, fitness, preferibilmente sotto la guida di allenatori e fisioterapisti esperti, per ripristinare una meccanica corporea ottimale. Mentre la guarigione ossea degli impianti è per lo più completa dopo almeno sei settimane, il resto del corpo invece richiede di solito da quattro a sei mesi di allenamento prima che la corsa sia sicura. I pazienti, iniziano il loro percorso con l’allenamento alla deambulazione, il sollevamento pesi, i programmi di Pilates, la corsa in piscina ed una serie di esercizi propedeutici utili al ritorno all’attività all’aria aperta.

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